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Con Black Up il duo newyorkese Shabazz Palaces ha raccolto i profumi e le suggestioni di terre lontane riversandoli in un disco perfetto tanto per un raffinato club londinese, quanto per una fumeria nord africana.
Il rapper Palaces Lazaro e il percussionista Tendai Maraire hanno confezionato dieci tracce dal sound difficilmente riconducibile a un unico genere.
Black Up, infatti, mischia frequenze downtempo a più acustiche evoluzioni jazz, ricamando un tappeto spezzato di forte ispirazione Anticon. Sono in particolare gli echi sotterranei di “An Echo From The Host That Profess Infinitum” e le percussioni di “The King’s New Clothes Were Made By His Own Hands” a ricordare Odd Nosdamm e l’esperienza live di Sole And The Skyrider Band. Con l’aggiunta, però, di un peculiare sapore medio orientale che distingue Black Up dagli altri dischi abstract o avanthop.
Gli arrangiamenti, le liriche e le melodie raffinate dialogano con i silenzi, per creare canzoni in cui l’ascoltatore si trova morbidamente avvolto. I suoni provocano suggestive corrispondenze e liberano associazioni mentali lontane dalla fredda razionalità tipica di certi album sperimentali. Una calda alternativa ai dischi più alternativi del panorama.
(Andrea Mazzoli)
TRACKLIST
01) Free Press And Curl
02) An echo from the Hosts that Profess Infinitum
03) Are You… Can You… Were You? (Felt)
04) A Treatease Dedicated to The Avian Airess from North East Nubis (1000 questions, 1 Answer)
05) Youlogy
06) Endeavors for Never (The Last Time We Spoke You Said You Were Not Here. I Saw You Though.)
07) Recollections of the Wraith
08) The King’s New Clothes Were Made by His Own Hands
09) Yeah You
10) Swerve…the Reeping of All That Is Worthwhile (Noir Not Withstanding)