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E’ come per la nazionale: i più in forma scendono in campo.
La nazionale si chiama Thori & Rocce, la squadra composta da oltre quaranta ospiti (per lo più rappers ma anche cantanti e musicisti).
Veri big della scena oggi in classifica, nuove promesse, vecchie leggende, principi dell’ underground. Quasi tutti amici o grandi collaboratori da sempre dei due beatmakers oggi più acclamati e in vista del panorama hip hop italiano, Don Joe e Shablo, ideatori, gestori ed esperti produttori di un album predestinato a restare per sempre nella storia del rap italiano.
Aldilà di tutto rappresenta davvero qualcosa di unico al momento.
Pretendere coerenza stilistica per quanto riguarda le rime e gli argomenti trattati durante l’ album è, per prodotti così complessi, semplicemente assurdo e ingenuo.
L’ eterogeneità derivata dalla combinazione dei vari stili e generi lirici degli ospiti, risulta invece un punto chiave per godersi il risultato finale.
A dare senso di uniformità e continuità tra un brano e l’ altro ci pensano invece proprio i due uomini dietro alle macchine, firmando un album di vero respiro internazionale, ricco di spunti innovativi sotto tantissimi punti di vista.
Innanzitutto grazie a ben venti tracce complessive le possibilità creative sfruttate per esprimere al meglio una mentalità crossover si sono fatte molteplici.
Si spazia da sonorità più elettroniche ad altre più vicine a una corrente soul, e loop più morbidi fino a toccare tappeti più radicati nei suoni classici dell’ hip hop duro e diretto.
“Le leggende non muoiono mai” oltre ad essere la traccia d’apertura del disco è anche il brano simbolo del concept, dove l’idea di combinare linguaggi e attitudine differenti viene presentata nella maniera più esplicita, contando anche la partecipazione di un cantante come Francesco Sarcina (Le Vibrazioni) e Guido Style alle chitarre.
Tra gli episodi meglio riusciti del disco sicuramente bisogna citare “L’ultimo giorno che ho” featuring Marracash e Del, brano davvero ben costruito, “La guerra tra poveri” combo affilata tra Jake La Furia e Nex Cassel in ottima forma, la stimolante “Vinci o perdi” con Fabri Fibra.
Alcuni brani che convincono meno ci sono ed è un vero peccato perchè invece il supporto strumentale si mantiene sempre freschissimo, al top della qualità.
Certamente lasciare il segno dentro a un progetto così ricco di competizioni interne, anche se pacifiche intendiamoci, è di per sè cosa non facile, ma voler considerare tutti i brani come delle hit sarebbe chiaramente un po’ troppo.
Tutto sommato, nonostante appunto alcuni brani brillino molto meno di altri, il livello generale è decisamente notevole se non altro per il messaggio di forza che la scena rap di oggi in questo paese è finalmente riuscita a dimostrare.
(Alessandro Scagliarini)